Aver assistito alla morte del proprio maestro, aver scommesso tutta la vita su un uomo che muore come il peggio delinquente del mondo non può lasciarti impassibile; dentro a te, tutto sembra venga demolito e la paura non può che invaderti fino al midollo. Poi un raggio di luce, una folata di vento e sembra che hai ritrovato la pace ed è possibile gioire di nuovo.
Gesù alita sugli apostoli e infonde in loro lo Spirito, quello Spirito che al momento della creazione librava sulle acque ora vibra nel cuore dei credenti. L’alito, il soffio, lo spirito nella cultura ebraica è simbolo della vita. Gesù che alita sugli apostoli da inizio ad una nuova creazione in cui gli uomini vivono nella loro dignità di figli di Dio; una nuova creazione in cui il male è vinto nella morte e resurrezione del Figlio di Dio; un nuova creazione in cui Dio in Cristo si fa nostro compagno di viaggio, si fa solidale col nostro dolore, soffre con noi e per noi; gioisce con noi e per noi. Il suo alito, riempie la nostra vita di Lui e questo dono è fatto per essere fatto fruttificare, un dono specifico e unico per la nostra vita che siamo chiamati a condividere.
Chi sa cosa avranno provato gli apostoli e Maria, quando nel cenacolo serrato al buio, per paura, la voce del Signore è ritornata a vibrare inondando di luce e serenità il loro cuore, che sembrava essere rimasto rinchiuso nel sepolcro. Ogni attesa ora è portata a compimento, la fiducia è ritrovata ed il coraggio della sequela del Maestro torna con insistenza a pulsare nelle vene.
“Pace a voi” ecco la prima consegna del Cristo Risorto ai suoi e poi il mandato ad essere testimoni di quelle mani e di quel costato, di quelle ferite che ormai sono diventate le feritoie della nostra salvezza.
Essere testimoni delle ferite di Cristo, però significa, essere presenza scomoda nel mondo; significa diventare pietra d’inciampo che scuote le coscienze; significa non scendere a compromessi ma restare ancorati al bene e alla verità.
Dal giorno di Pentecoste i cristiani ricevono il mandato di essere il lievito che faccia fermentare il mondo; e allora, la nostra non può essere una presenza insignificante che non dà fastidio a nessuno; dal giorno di Pentecoste in poi, i cristiani hanno l’obbligo di essere il sale della terra ma il sale non può essere dolce come il miele, per forza deve scuotere chi lo assaggia; noi dovremmo scandalizzare il mondo con la nostra condotta di vita, con la nostra chiarezza e radicalità.
Nessun commento:
Posta un commento