sabato 10 maggio 2008

Pentecoste, festa del nuovo inizio

Aver assistito alla morte del proprio maestro, aver scommesso tutta la vita su un uomo che muore come il peggio delinquente del mondo non può lasciarti impassibile; dentro a te, tutto sembra venga demolito e la paura non può che invaderti fino al midollo. Poi un raggio di luce, una folata di vento e sembra che hai ritrovato la pace ed è possibile gioire di nuovo.

Gesù alita sugli apostoli e infonde in loro lo Spirito, quello Spirito che al momento della creazione librava sulle acque ora vibra nel cuore dei credenti. L’alito, il soffio, lo spirito nella cultura ebraica è simbolo della vita. Gesù che alita sugli apostoli da inizio ad una nuova creazione in cui gli uomini vivono nella loro dignità di figli di Dio; una nuova creazione in cui il male è vinto nella morte e resurrezione del Figlio di Dio; un nuova creazione in cui Dio in Cristo si fa nostro compagno di viaggio, si fa solidale col nostro dolore, soffre con noi e per noi; gioisce con noi e per noi. Il suo alito, riempie la nostra vita di Lui e questo dono è fatto per essere fatto fruttificare, un dono specifico e unico per la nostra vita che siamo chiamati a condividere.

Chi sa cosa avranno provato gli apostoli e Maria, quando nel cenacolo serrato al buio, per paura, la voce del Signore è ritornata a vibrare inondando di luce e serenità il loro cuore, che sembrava essere rimasto rinchiuso nel sepolcro. Ogni attesa ora è portata a compimento, la fiducia è ritrovata ed il coraggio della sequela del Maestro torna con insistenza a pulsare nelle vene.

“Pace a voi” ecco la prima consegna del Cristo Risorto ai suoi e poi il mandato ad essere testimoni di quelle mani e di quel costato, di quelle ferite che ormai sono diventate le feritoie della nostra salvezza.

Essere testimoni delle ferite di Cristo, però significa, essere presenza scomoda nel mondo; significa diventare pietra d’inciampo che scuote le coscienze; significa non scendere a compromessi ma restare ancorati al bene e alla verità.

Dal giorno di Pentecoste i cristiani ricevono il mandato di essere il lievito che faccia fermentare il mondo; e allora, la nostra non può essere una presenza insignificante che non dà fastidio a nessuno; dal giorno di Pentecoste in poi, i cristiani hanno l’obbligo di essere il sale della terra ma il sale non può essere dolce come il miele, per forza deve scuotere chi lo assaggia; noi dovremmo scandalizzare il mondo con la nostra condotta di vita, con la nostra chiarezza e radicalità.

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