venerdì 19 settembre 2008

Vivere da Innamorati

Stà per inizare il seminario, lunedì ricomincerà la nostra attività; ho trovato questa pagina tratta dal libro: "Cirenei della gioia"; raccoglie gli esercizi spirituali che don Tonino predica a Lourdes per dei sacrdoti. Condivido con voi questa pagina per prepararmi al ricominciare delle attività e ai miei esercizi spirituali che vivrò al santuario del Pettoruto vicino Cosenza.
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Innamorarsi di Gesù Cristo, come fa chi ama perdutamente una persona e imposta tutto il suo impegno umano e professionale su di lei, attorno a lei raccorda le scelte della sua vita, rettifica i progetti, coltiva gli interessi, adatta i gusti, corregge i difetti, modifica il suo carattere, sempre in funzione della sintonia con lei. Cosa non fa ad esempio un uomo per la sua donna, perché ha impostato la sua vita su di lei? Osservando la vita di tanti nostri amici, dei nostri compagni di studi, ci accorgiamo come l'amore totalizzante investe non soltanto l'aspetto della loro affettività, ma trascina nel suo vortice i giorni, le notte, il riposo, il lavoro, la gioia, il dolore, le delusioni, le speranze. E'un investimento totale. Quando parlo di innamoramento di Gesù Cristo voglio dire questo: un investimento totale della nostra vita. Per noi il Signore non e' una fascia, una frangia, un merletto, sia pure notevole, che si aggiunge al panneggio della nostra esistenza. L'amore per Cristo, se non ha il marchio della totalità, è ambiguo. Il Part-time, il servizio a ore, magari col compenso maggiorato per lo straordinario, con Cristo non e' ammissibile; un servizio a ore saprebbe di mercificazione.. Innamorarsi di Gesù Cristo vuol dire: conoscenza profonda di lui, dimestichezza con lui, frequenza diuturna nella sua casa, assimilazione del suo pensiero, accoglimento senza sconti delle esigenze più radicali del Vangelo. Vuol dire ricentrare davvero la vita intorno al Signore Gesù, perché la nostra esistenza, come diceva Dietrich Bonhoeffer, diventi "una esistenza teologica".

mercoledì 17 settembre 2008

Le sante stimmate di frate Francesco...

Oggi si ricorda come frate Francesco sul monte della Verna riceve il dono delle Stimmate. Tant'era l'amore di Francesco per Gesù crocifisso che Questi volle imprimere i segni della sua Santa Passione sul corpo del serafico padre.
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Francesco vive in un tempo difficile, in cui impera la povertà, in cui pochi ricchi spadroneggiano sul popolo; la lebbra e la pesta fanno il resto; chi sta bene calpesta la dignità dei poveri e dei malati.
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Sembra di leggere la pagina dei quotidiani del 2008:
crisi economica in america - lotta alla prostituzione che deprime la dignità umana - le famiglie italiane non riesco ad arrivare a fine mese - razzismo - ecc...
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I corsi e ricorsi della storia che quotidianamente ci fa imbattere con una quotidianità che attende colma di Speranza la Redenzione.
San Francesco, comprende quest'attesa di Dio, un attesa che nessuno può negare, perché quest'anelito chiuso nel cuore dell'uomo è il solo che raggiunto dona pace; Francesco si fa sevo della gente del suo tempo per aiutare ognuno a riconoscere la propria dignità e a vivere come veri figli di Dio.
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Ad ognuno di noi frate Francesco consegna questo compito: come lui anche noi dovremmo impegnarci a favore di ogni uomo specie di quelli che più soffrono, per far scoprire a tutti il disegno originale di Dio; per rendere ogni uomo cosciente dell'alta dignità che nessuno ha mai il diritto di calpestare; per difendere la dignità dei deboli.
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Pace a voi e buona giornata, san Francesco ci accompagni sulla via dell'Amore.

domenica 14 settembre 2008

Esaltazione della santa Croce

Una festa per celebrare il simbolo della nostra salvezza.

La Croce è il simbolo del rovesciamento di una cultura che vorrebbe fare a meno del dolore; falsi idoli e falsi valori vorrebbero farci dimenticare che la vera gioia si forgia col fuoco.
A chi vuole fuggire da questa via aggrapandosi alla futilità di gioie terrene e temporane non resta che l'amarezza e il vuoto di una vita instabile.

La via della croce ha come meta una tomba vuota e un corpo trasfigurato. Le ferite di Cristo crocifisso sono le feritoie da cui ciascuno di noi è chiamato a gustare una gioia eterna vera che rende la tua vita degna di essere vissuta.

Non siamo nati per soffrire, ma per affrontare le sofferenze dalla parte giusta. Quella di Gesù e di Maria che rimangono fedeli al progeto di Dio sicuri che il fine dell'uomo e il gaudio eterno.

venerdì 12 settembre 2008

Santa Maria donna in cammino

Oggi la Chiesa celebra la memoria del santissimo Nome di Maria, nel giorno dell'onomastico della Madre di Dio e nostra vi offro una preghiera di don Tonino Bello, che riconosce in Maria la donna in cammino. Uno stile di Fede chiara quello suggeritoci dal santo vescovo pugliese atraverso Maria beata perchè a creduto e perchè ogni giorno ha ascoltato e messo in pratica la Parola di Dio. (Non dimenticare di guardare, e se vuoi salvare, l'immagine a fine pagina)
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anta Maria, donna della strada, come vorremmo somigliarti nelle nostre corse trafelate, ma non abbiamo traguardi. Siamo pellegrini come te, ma senza santuari verso cui andare. Siamo più veloci di te, ma il deserto ingoia i nostri passi. Camminiamo sull' asfalto, ma il bitume cancella le nostre orme.
Forzàti del "cammina cammina", ci manca nella bisaccia di vi andanti la cartina stradale che dia senso alle nostre itineranze. E con tutti i raccordi anulari che abbiamo a disposizione, la nostra vita non si raccorda con nessuno svincolo costruttivo, le ruote girano a vuoto sugli anelli dell' assurdo, e ci ritroviamo inesorabilmente a contemplare gli stessi panorami.
Donaci, ti preghiamo, il gusto della vita. Facci assaporare l'ebbrezza delle cose. Offri risposte materne alle domande di significato circa il nostro interminabile andare. E se sotto i nostri pneumatici violenti, come un tempo sotto i tuoi piedi nudi, non spuntano più i fiori, fa' che rallentiamo almeno le nostre frenetiche corse per goderne il profumo e ammirarne la bellezza.
Santa Maria, donna della strada, fa' che i nostri sentieri siano, come lo furono i tuoi, strumento di comunicazione con la gente, e non nastri isolanti entro cui assicuriamo la nostra aristocratica solitudine.
Liberaci dall'ansia della metropoli e donaci l'impazienza di Dio.
L'impazienza di Dio ci fa allungare il passo per raggiungere i compagni di strada. L'ansia della metropoli, invece, ci rende specialisti del sorpasso. Ci fa guadagnare tempo, ma ci fa perdere il fratello che cammina accanto a noi. Ci mette nelle vene la frenesia della velocità, ma svuota di tenerezza i nostri giorni. Ci fa premere sull' acceleratore, ma non dona alla nostra fretta, come alla tua, sapori di carità. Comprime nelle sigle perfino i sentimenti, ma ci priva della gioia di quelle relazioni corte che, per essere veramente umane, hanno bisogno del gaudio di cento parole.
Santa Maria, donna della strada, «segno di sicura speranza e di consolazione per il peregrinante popolo di Dio», facci capire come, più che sulle mappe della geografia, dobbiamo cercare sulle tavole della storia le carovaniere dei nostri pellegrinaggi. È su questi itinerari che crescerà la nostra fede.
Prendici per mano e facci scorgere la presenza sacramentale di Dio sotto il filo dei giorni, negli accadimenti del tempo, nel volgere delle stagioni umane, nei tramonti delle onnipotenze terrene, nei crepuscoli mattinali di popoli nuovi, nelle attese di solidarietà che si colgono nell' aria.
Verso questi santuari dirigi i nostri passi. Per scorgere sulle sabbie dell' effimero le orme dell'eterno. Restituisci sapori di ricerca interiore alla nostra inquietudine di turisti senza meta.
Se ci vedi allo sbando, sul ciglio della strada, fermati, Samaritana dolcissima, per versare sulle nostre ferite l'olio della consolazione e il vino della speranza. E poi rimettici in carreggiata. Dalle nebbie di questa "valle di lacrime", in cui si consumano le nostre afflizioni, facci volgere gli occhi verso i monti da dove verrà l'aiuto. E allora sulle nostre strade fiorirà l'esultanza del Magnificat.
Come avvenne in quella lontana primavera, sulle alture della Giudea, quando ci salisti tu.

giovedì 11 settembre 2008

Purchè non rimanga un semplice fuoco d'artificio

Che non sia una cosa facile lo si era capito dal tempo dei greci; a guardare i ragazzi uscire da scuola i primi giorni del ritorno sui banchi lo si ricorda di più. Chi sa come andrà quest'anno! Chi sa cosa faranno questi giovani per costruirsi una vita più bella e un futuro più sereno.
L'educazione è una questione di cuore affermava san Giovanni Bosco, che di giovani ne capiva, e il ricominciare delle attività didattiche ci ricorda che occorre investire senza riserve sull'educazione e la formazione dei giovani a quei valori perenni iscritti nel cuore dell'uomo. Il futuro del mondo, oggi macchiato dalla fame - dalla guerra - dall'ingiustizia - ecc., è nelle mani di questi ragazzi; investire su di loro senza riserve è un dovere! trascurarli e non accorgersi del loro disagio è peccato grave!
L'estate, che sta per finire, è stata carica - come ogni anno del resto - di tante feste, sopratutto religiose; dal nord a sud la nostra regione si è colorata di luci, di suoni di bande, di tanti fuochi d'artificio. Per commemorare le virtù della Madre di Dio e nostra e dei santi, tanti uomini e donne non si sono risparmiati nell'organizzare feste e festeggiamenti vari.
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Il pericolo?: l'effetto fuoco d'artificio. Dopo il botto e il colore nel cielo non resta niente! La nostra vita però non può accontentarsi dello scintillio luminoso del cielo e basta, deve farsi raggiungere in profondità per poterci realizzare in pienezza!
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Celebrare Maria S.S., festeggiare i santi allora diventa un impegno: meno fuochi d'artifcio e più responsabilità nel creare un mondo più giusto! meno soldi per pagare cantanti che danno poca testimonianza di vita vissuta bene ai nostri ragazzi e più notti insonni per sforzarsi di aiutare i giovani a sentirsi più responsabili del loro futuro, della loro vita, del mondo in cui vivono, delle persone che gli stanno accanto.

venerdì 5 settembre 2008

Maria Madre della Vita, aiutaci a custodire e difendere la vita

Ieri sera ascoltando la radio per caso mi sono sintonizzato su radio Maria; stavano pregando il rosario e la giaculatoria che seguiva il gloria recitava:

Maria Madre della Vita, aiutaci a custodire e difendere la vita.

Tutto il magistero della Chiesa, soprattuto in tempi difficili, continua ad insegnare l'importanza per un cristiano di custodire il valore della vita.
Dono di Dio all'uomo la vita è quel bene prezioso che gratuitamente ci è stato dato; come ogni regalo prezioso investe tutta la responsabilità dell'uomo che non ne diviene mai il padrone.

Da qualche giorno il caso Eluana torna a far discutere da Nord a Sud l'Italia!
In India la vita di centinaia di cristiani è messa in pericolo da gruppi di fanatici indù!
Da poco sembra essersi conclusa un assurda guerra lampo in Georgia!
Ogni giorno nei sobborghi dei grandi e piccoli centri centinaia di uomini sopravvivono nelle più misere condizioni!
Ogni giorno in tanti ospedali si consuma il più terribile fra i peccati: l'aborto!

Ed io?
Rinnovato da Cristo, Via, Verità e VITA dovrei essere segno di contraddizione!

Oggi celebriamo la festa della beata Madre Teresa di Calcutta, simbolo d'integrazione e alto esempio di donna pienamente realizzata nell'amore di Dio un amore carico di segni d'attenzione verso i fratelli più sfortunati. Il suo esempio, la sua fede stuzzichino la nostra vita, il nostro impegno per i fratelli, il nostro amore a Cristo e al Vangelo è ci rendano testimoni credibili di Dio che per noi non ha disdegnato di offrire la Sua Vita!

Maria Madre della Vita, aiutaci a custodire e difendere la vita.

mercoledì 3 settembre 2008

La Chiesa dei Martiri

Cosa sarebbe stata la Chiesa se a Paolo non avessero decapitato la testa, o se Pietro non fosse stato crocifisso a testa in giù; se Lucia - Agata - Rosalia - Agenese ecc. non avessero verato il oro sangue per Cristo e per il Vangelo.
San Pio X, diceva che una Chiesa senza martiri puzza. Ma di cosa?:
Puzza di conformismo
Puzza di appiattimento
Puzza di incoerenza
e sopratutto significa che ha rinunciato a dAnnunciare Cristo e il Vangelo
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In questi giorni stiamo assistendo alle notizie che vengono dall'India, i Cristiani vengono presi di mira e perseguitati e uccisi per il semplice motivoi di riconoscere in Gesù Cristo il Signore.
Il loro sangue rende fertile la terra e realizza il Regno di Dio.
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Uniamoci in preghiera offriamo a Dio il loro sacrificio e magari anche il nostro.
Preghiamo per i giovani e per i loro sogni

Per rendere il mondo più bello c'è bisogno anche di noi!

lunedì 1 settembre 2008

Pace e bene, amici

spero che in questi mesi che per tanti imprevisti non sono riuscito a collegarmi sul blog per aggiornarlo, non abbiate rinunciato a passare di tanto in tanto da queste parti. Vi ho portato nelle mie preghiera in Terra Santa. a presto Dio vi benedica