Giunti alla fine del tempo di Pasqua i nostri sguardi vengono condotti, dalla liturgia, verso il cielo dove il Signore, il Risorto, siede alla destra del Padre, di quel Padre di cui ci ha svelato il volto durante la sua vita, di cui ci ha fatto conoscere il sogno d’amore che tutte le notti fa su di noi. Un volto, che Gesù ci ha aiutato a vedere riflesso in quello dei fratelli, che Lui stesso ci mette, quotidianamente davanti e a cui oggi ci invia; di tutti senza distinzioni noi dobbiamo sentirci responsabili, a tutti dobbiamo far conoscere l’amore di Dio, amore di cui noi abbiamo fatto esperienza nella Pasqua di Cristo.
Il Risorto ora vive in noi, nel nostro cuore, fa della nostra vita il suo cielo; si serve di noi per annunciare la sua Parola d’Amore, per lodare il Padre, per dire ad ogni uomo l’immenso suo Amore, per dare ad ogni uomo la dignità dei figli di Dio, per insegnare ad ogni uomo a seguire i suoi comandamenti .
A noi è richiesta la fede, una fede che deve sempre fare i conti col dubbio e l’esitazione; una fede che accoglie l’iniziativa di Dio nei nostri confronti, che riceve il suo mandato, e che è rassicurata dalla sua presenza; il compito affidato oggi a noi è quello non di trasmettere un messaggio ma d’instaurare un stretta relazione col Cristo.
Andate ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini della terra;
Rimanete a Gerusalemme finché non avete ricevuto forza dall’alto.
Impariamo a riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita, una presenza che si rivela nella quotidianità; impariamo a scorgerlo in chi ci sta affianco; impegniamoci a vivere la vita sentendoci responsabili dell'altro. Buona domenica
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