martedì 19 gennaio 2010

ancora una riflessione Eluana

Nelle carte il gelo di un'agonia procurata e nude verità

Eluana non era «devastata» ma è stata straziata

di Lucia Bellispiga

© Avvenire - 14 gennaio 2010 - pagina 2

«In data 9 feb braio il cadavere del la signorina E luana Englaro veniva trasferi to all'obitorio della 'Quiete' su barella in ac ciaio. Trattasi di cadavere fem minile, della lunghezza di circa 171 centimetri, del peso di 53.5 chili, cute liscia ed elastica, ca pelli neri... Entrambi i lobi pre sentano un foro per orecchini. Indossa una camicia da notte in cotone rosa». Il resto ve lo rispar miamo. Dura 133 pagine la 'Re lazione di consulenza tecnica medico-legale', letta la quale il gip di Udine l'altro giorno ha de finitivamente stabilito che il tut to è avvenuto 'regolarmente'.


Un testo che si regge a fatica e che toglie il sonno, e non tanto nelle pagine dell'autopsia, quan do ormai Eluana è morta, ma in quelle tragiche, disumane dell'agonia, quando era viva e nelle stanze udinesi della 'Quiete' la si faceva morire.

Ora lo sappiamo: nei giorni e nelle notti in cui alla giovane donna venivano sottratti l'acqua e il nutrimento (il sostegno vita le, lo chiama il documento), l'é quipe del dottor De Monte sede va accanto a lei e la osservava, prendeva appunti, diligentemente compilava di ora in ora la 'Scheda di rilevazione degli ele menti indicativi di sofferenza'.


Una crocetta alla voce 'respiro affaticato e affannoso' ne indica frequenza e durata, un'altra rile va 'l'emissione di suoni sponta nei', un'altra ancora i singoli la menti sfuggiti a Eluana 'durante il nursing', ovvero mentre le ma ni di medici e infermieri nulla 'potevano' per salvarle la vita e dissetarla (il Protocollo parlava chiaro, e loro erano lì per appli carlo, volontari), ma sul suo cor po continuavano a operare quel le piccole attenzioni richieste dallo stesso Protocollo: 'Si pro cederà all'igiene giornaliera di routine al fine di garantire il de coro...'. Il decoro.


Sono pagine meticolose, capilla ri. Gelide. Il 3 febbraio, primo giorno di ricovero alla 'Quiete' di Udine (nel cuore della notte la giovane era stata prelevata da un'ambulanza e strappata alla clinica di Lecco dove viveva da quindici anni), la voce di Eluana si è sentita sette volte, e l'équipe solerte le ha annotate tutte. I suoni si moltiplicano il 4, e poi il 5, finché il 6 (all'alba di quel giorno si è smesso definitiva mente di nutrire e dissetare la giovane) la mano di un'infermie ra scrive per la prima volta: 'Sembrano sospiri'. E forse lo sono, se il giorno 7 cessano an che quelli. Eluana morirà im provvisamente già il 9 febbraio alle 19 e 35, senza più la forza di gemere: 'nessun suono', ma ore e ore di 'respiro affaticato e af fannoso'. Nei palmi delle mani, strette, i segni delle sue stesse unghie.


Ancora più esplicite le pagine del diario clinico di quei sette giorni udinesi, racconto di un'a gonia che inizia sull'ambulanza, quando il dottor De Monte an nota la terribile tosse che scosse Eluana, e prosegue con asettico cinismo: Eluana si lamenta, E luana non ha quasi più saliva, non suda nemmeno più, le mu cose si asciugano, 'iniziata umi­dificazione', 'idratata la bocca', 'frizionata su tutto il corpo con salviette rinfrescanti'. Il decoro.


L'igiene. C'è anche lo spasmo con cui la prima notte arrivò a e spellere il sondino: allora lo scri vemmo e ci diedero dei bugiar di... 'Non eseguito cambio pan nolone perché non urina più': è il giorno della morte. Tutto rego lare, dicono i magistrati, tutto perfettamente annotato. A parte quella mezzoretta tra il decesso e la registrazione dell'elettrocar­diogramma, un 'ritardo dovuto alla difficoltà di reperimento del lo strumento', scrive il capo dell'équipe... A parte, ancora, quelle tre ore che l'8 febbraio, il giorno prima della morte, in pie na agonia, una giornalista di Rai 3 Friuli e un fotografo trascorro no nella stanza di Eluana ripren dendone gli affanni.


Ci avevano detto che Eluana non avrebbe sofferto, e veniamo a sa pere che morì tra gli spasmi, con 42 di febbre. Che da molti anni pesava 65 chili. Che risultava «obiettivamente in buone condi zioni generali e di nutrizione, con respiro spontaneo e valido, vigile durante buona parte della giornata». Che da due anni ave va di nuovo «il mestruo». Che l'alimentazione col sondino «non aveva mai dato complican ze » e i «parametri vitali si erano sempre mantenuti stabili, la pa ziente non ha presentato mai patologie ad eccezione di spora diche bronchiti-influenzali, prontamente risolte con antipi retici ». Ce l'avevano descritta co me un corpo 'inguardabile', u na vista 'devastante, piagata dal decubito, magra come uscita da un campo di concentramento'.


È pure calva, aggiunse Roberto Saviano... 'Ha capelli neri, cute liscia ed elastica, corpo normale, nessun decubito', recita ora l'autopsia. Ma lo attesta il perito: «Le disposizioni sono state mi nuziosamente seguite».


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