sabato 11 ottobre 2008

Il Cristianesimo non è una condanna ma una festa!

Eccoci alla vigilia della XXVIII domenica del tempo ordinario, in cui il Signore, come già nelle domeniche passate, ribadisce l’importanza per noi di accogliere il suo Regno qui e ora.

Nella parabola (che trovate nel post precedente) Gesù evidenzia la sollecitudine di Dio verso di noi!

La sua grazia previene la nostra povertà, il suo dono supera le nostre aspettative; Egli si prende cura di noi, gli stiamo a cuore, Si dona a noi con largita, senza distinzione tra buoni e cattivi, il Regno di Dio e per tutti; Egli si offre tutto a noi e Ci chiede soltanto di dire di sì e di disporci a questa festa, una festa di misericordia e d’amore in cui celebra le sue nozze con noi, Ci creati perché rimanessimo uniti a Lui (il peccato non è altro che divisione da Lui). La sua grazia precede la nostra fragilità, Egli mette il 99,99% dell’occorrente, a noi chiede semplicemente di dirgli di si e mettere fuori il meglio di noi. Spesso però non siamo pronti ad accettare il Suo dono che è sempre più grande delle nostre povere aspettative, perché ci porta a rinunciare ai nostri progetti o se lo facciamo c’è il rischio di accettarlo con riserva (l’uomo senza il vestito della festa).

Il Cristianesimo non è una condanna ma una festa!

Una festa che noi siamo chiamati a vivere, condividere e diffondere nella nostra storia.

Dio non è un dovere ma un desiderio!

Il suo non è un obbligo ma un invito a vivere in pienezza, un invito gratuito che va semplicemente accolto per poterci realizzare come uomini veri. L’unica condizione che pone è il vestito della festa cioè la radicalità e non le mezze misure, respirare Cristo, vivere conformandoci a Lui. Dire di si non basta, occorre rispondergli non con le parole ma coi fatti!

Il Vangelo di oggi è allora un appello alla nostra responsabilità; dire di si al Signore, accogliere la Sua gratuità e il Suo eccesso rispetto alle nostre aspettative significa vivere conformandoci a Lui.

Buona domenica e buona settimana.

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