ascoltiamo la Parola:
Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori? ”. Gesù li udì e disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Meditiamo la Parola:
La legge condanna il peccatore, Cristo lo accoglie!
La Sua vicinanza, nella mia storia, è la vera medicina; il peccato non impedisce l’esperienza di Dio la facilità, perché chi più è nel bisogno più è pronto ad accogliere chi gratuitamente si fa vicino per risanare e non per condannare.
Matteo alla chiamata di Gesù si alza - passa, cioè, da una situazione di morte e di peccato a una situazione di vita e d’amore; dalla sicurezza di un lavoro redditizio all’avventura della sequela; si scopre non più solo ma vive nuove relazione e impara a condivide.
L’incontro con Cristo:
- Ci fa prendere consapevolezza di chi siamo veramente
- Ci aiuta ad accorgerci dell’altro e ad accoglierlo; non siamo solo noi a soffrire, a sbagliare ecc. ma c’è ne sono altri con cui siamo chiamati a condividere e a lasciarci amare da Dio.
Per sedere a tavola con Cristo, cosa che non riescono a fare i farisei, occorre lasciare il proprio ruolo. Gesù ci guarisce fermandosi con noi, il vero peccato è non godersi la sua presenza; Egli condivide la nostra storia, è questa la misericordi a cristiana: condividere – amare – perdonare.