lunedì 24 dicembre 2007

Vi annuncio una grande gioia

Lo smarrimento che percorre la storia degli uomini è illuminato dalla luce di Dio: il Salvatore, Cristo Signore. Egli, generato prima di tutti i secoli, compie con amore il disegno del Padre e nasce da donna, la Vergine Maria, uomo come noi redime l’umanità: l’eterno irrompe nel tempo e il tempo degli uomini è fecondato per sempre dal Redentore del mondo.

Trascorsi molti secoli da quando Dio aveva creato il mondo*
e aveva fatto l’uomo a sua immagine;*
e molti secoli da quando era cessato il diluvio*
e l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno,
segno di alleanza di pace;**

vent’uno secoli dopo la nascita di Abramo, nostro padre;*
tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto
sotto la guida di Mosè;*

circa mille anni dopo l’unzione di Davide quale re di Israele;*
nella sessantacinquesima settimana,
secondo la profezia di Daniele;**

all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;*
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;*
nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto,* mentre su tutta la terra regnava la pace, nella sesta età del mondo.**

Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,*
volendo santificare il mondo con la sua venuta,*
essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo,*
trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda
dalla Vergine Maria, fatto uomo. **

Fratelli e sorelle è giorno di Natale*
di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana; *
rallegratevi, fate festa*
e celebrate la notizia più bella di tutta la storia dell’umanità.**

E noi*
con il cuore colmo di riconoscenza,*
insieme agli angeli di Betlemme e a tutta la Chiesa sparsa nel mondo,* cantiamo la gloria di Dio*
e la pace per gli uomini.*

martedì 18 dicembre 2007

ieri non sono riuscito a inviare la novena recupero oggi:

Sono nato povero, perché tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato debole, dice Dio, perché tu non abbia mai paura di me.

Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. (Mt 1, 23)

Dio sceglie l’umiltà quale via per rivelare all’uomo il Suo volto, per svelarci il desiderio profondo, che nutre per ciascuno di noi: la nostra felicità. Una felicità che potrà realizzarsi se impareremo a ripartire da Cristo.
Sia Cristo il centro della nostra vita.
Sia Cristo la fonte che alimenta le nostre giornate.
Sia Cristo ad orientare le nostre relazioni.
Sia Cristo l’unica nostra ricchezza.
Sia Cristo il criterio di discernimento della nostra vita
Ci accorgeremo allora di quanto bella sia la vita, perché se vissuta con Cristo, la vita è vissuta in pienezza;

Dio sceglie, di abbassarsi, di condividere la fragilità della nostra condizione umana; conosce il pianto e la gioia al pari dell’uomo; non gli è estraneo il dolore dell’uomo ne la povertà. Dio sceglie di abitare in mezzo a noi e di rivelarsi a noi per quello che è: un Padre, disposto a tutto per amore dei suoi figli;
In Gesù che piange, Dio si fa vicino a tutti gli uomini che piangono.
In Gesù che vive la povertà, Dio si fa vicino a chiunque patisce la povertà.
In Gesù che gioisce, Dio gioisce insieme all’uomo.
In Gesù che soffre, Dio sta vicino ad ogni uomo che soffre.
Gesù che ci rivela il volto di Dio, quello del Padre misericordioso a cui sta a cuore la felicità dei suoi figli, ci insegna a non temere Dio. Non ha paura di Dio chi:
Chi si abbandona con fiducia alla sua volontà e non si sente giudicato
Chi si sente amato da Lui e condivide questo amore con gli altri

domenica 16 dicembre 2007

I giorno della novena di Natale

Sono nato nudo, dice Dio, perché tu sappia spogliarti di te stesso.

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria …
(Gv 1, 14)

Per rivelare all’uomo la sua vocazione, per svelargli il senso della sua vita, per rivelare all’uomo cosa significa essere uomo, Dio stesso si fa carne.
Egli si fa in tutto simile a noi, tranne il peccato, si spoglia e si abbassa al nostro livello, si fa nostro compagno di strada perché noi potessimo meglio capire lo scopo per cui ci ha creato: rimanere insieme a Lui.
Lui si fa simile a noi, si spoglia e noi ?
Noi continuiamo a rivestirci del nostro egoismo, della nostra voglia di apparire, della necessita assillante di essere i più forti, i migliori;
Mentre Dio si fa presente in mezzo a noi nella fragilità (quella dei neonati) noi continuiamo a nascondere la nostra piccolezza di fronte a Lui.
Sarà veramente Natale, se sapremo svestirci delle nostre presunzioni, del nostro egoismo;
Sarà veramente Natale se una volta contemplata la precarietà in cui Dio sceglie di Incarnarsi sapremo accorgerci della nostra piccolezza di fronte a Lui;
Sarà veramente Natale se impareremo a ringraziare e benedire Dio per ciò che compie nella nostra vita, sicuri che un Padre può volere solo il bene per i suoi figli.

Rallegrati figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme: ecco il Signore verrà, ed in quel giorno vi sarà grande luce, i monti stilleranno dolcezza, e dai colli scorrerà latte e miele, perchè verrà un gran profeta, ed egli rinnoverà Gerusalemme.

sabato 15 dicembre 2007

15. 12. 07 … in preparazione alla novena di Natale

Preghiera a Maria, Donna dell'attesa

La vera tristezza non è quando, la sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro in casa, ma quando tu non attendi più nulla dalla vita. E la solitudine più nera, la soffri non quando trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più. Quando pensi, insomma, che la musica è finita. E ormai i giochi sono fatti. La vita allora scorre piatta verso un epilogo che non arriva mai. Maria è la più santa delle creature proprio perché tutta la sua vita appare cadenzata dai ritmi gaudiosi di chi aspetta qualcuno. Già il contrassegno iniziale con cui il pennello di Luca la identifica, è carico di attese: “Promessa sposa di un uomo della casa di Davide”. Fidanzata, cioè. A nessuno sfugge a quale messe di speranze e di batticuori faccia allusione quella parola che ogni donna sperimenta come preludio di misteriose tenerezze. Prima ancora che nel Vangelo venga pronunziato il suo nome, di Maria si dice che era fidanzata. Vergine in attesa. In attesa di Giuseppe. In ascolto del frusciare dei suoi sandali, sul far della sera, quando, profumato di legni e di vernici egli sarebbe venuto a parlare dei suoi sogni. Ma anche nell’ultimo fotogramma con cui Maria, si congeda dalla Scrittura essa viene colta nell’atteggiamento dell’attesa. Lì, nel Cenacolo, al piano superiore, in compagnia dei discepoli, in attesa dello Spirito. Vergine in attesa, all’inizio. Madre, in attesa, alla fine. E nell’arcata sorretta da queste due trepidazioni, una così umana e l’altra così divina, cento altre attese struggenti. L’attesa di Lui, per nove lunghissimi mesi. L’attesa del giorno, l’unico che lei avrebbe voluto di volta in volta rimandare, in cui suo figlio sarebbe uscito di casa senza farvi ritorno mai più. L’attesa dell’ ”ora”; l’unica per la quale non avrebbe saputo frenare l’impazienza e di cui, prima del tempo, avrebbe fatto traboccare il carico di grazia sulla mensa degli uomini. L’attesa dell’ultimo rantolo dell’ Unigenito inchiodato sul legno. L’attesa del terzo giorno, vissuta in veglia solitaria davanti alla roccia. Attendere: infinito del verbo amare. Anzi, nel vocabolario di Maria, amare all’infinito. Santa Maria, Vergine dell’attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consumate. Non ci mandare ad altri venditori, riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro, quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia. Santa Maria,Vergine dell’attesa, donaci un anima vigilare. Sentinella del mattino, ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo, che si sente già vecchio. Portaci finalmente arpa e cetra, perché con te mattiniera possiamo svegliare l’aurora. Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza. Rendici, perciò, ministri dell’attesa. E il Signore che viene, Vergine dell’attesa, ci sorprenda, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano. (don Tonino Bello)

Novena di Natale

Domani inizia la novena di Natale; ho pensato di proporre un cammino, tipo novena, anche a voi, e la mia meditazione personale sul senso del Natale.

il tema: Sono nato povero, perché tu possa considerarmi l'unica ricchezza

Buon Cammino

giovedì 13 dicembre 2007

è passato veramente un pò da quando ci siamo sentiti ... sta per compiersi il tempo dell'Avvento e il Natale oramai è vicino.

Gioite, la III domenica d'Avvento è detta la domenica della gioia, gioite perchè il Signore visita la nostra vita e la ricolma di Lui;
Mentre Giovanni sembra incerto se Gesù è veramente il Messia (il vangelo di domenica 16.12.07) riscopriamo il vero volto di Dio totalmente altro dai nostri pensieri che si dimostra qual'è amore e misericordia.

Sarebbe bello nel tempo di Natale, iniziare, ad accorgerci di più dei nostri fratelli bisognosi per rivelare al mondo il vero volto di Dio.

martedì 4 dicembre 2007

Spe Salvi, la seconda enciclica di Benedetto XVI

“Speranza è l’atteggiamento di colui che, mentre si addensano le tribolazioni sulle sue spalle, non lascia spegnere il canto sulla sua bocca”. (don Tonino Bello)

Il santo padre, Benedetto XVI, ha donato al mondo la sua seconda enciclica: Spe Salvi (nella speranza saremo salvati). Dopo aver consegnato al mondo, cattolico e non, il suo messaggio sull’amore vero che è Dio stesso, ora il papa fissa la nostra attenzione sull’essenza della FEDE cristiana, cioè sulla SPERANZA.
La speranza, lo abbiamo già detto è la forza che permette di vedere luce anche nel più profondo buio è quella luce che illumina la nostra vita, nel momento delle tenebre, che ci aiuta a vivere, anzi qualifica la nostra vita. La speranza quella forza che ti aiuta ad aprire gli occhi e a vincere sul male.
Vi propongo una riflessione di don Tonino Bello vero profeta di Speranza, con la sua vita e il suo messaggio ha aiutato l’uomo a vedere nelle ferite della propria vita le feritoie della salvezza, a osare e a non demordere per costruire un mondo più giusto e pacifico, per rendere migliore la propria vita.
Una delle immagini più belle che usa, per dare senso al dolore e per parlare di è la collocazione provvisoria di Gesù sulla croce: «… da mezzo giorno alle tre del pomeriggio: ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime; ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti, tutti i rantoli della terra; ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo … solo allora è consentita la sosta sul Golgota … al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio … una permanenza più lunga, sarà considerata abusiva anche da Dio».
Spero leggiate presto la “Spe Salvi” intanto:
“Niente ti turbi, niente ti spaventi, tutto passa Dio solo resta. A chi ha Dio, niente manca. Dio solo basta”. (Teresa d’Avila)